Catherine Asaro – Sunrise Alley

Catherine Asaro

Sunrise Alley (2004)

Baen Books

pp. 320

ISBN 978-0743488402

Quarta di copertina (da Amazon.com)

She was running from a ruthless criminal accompanied by someone more than human. When the ship-wrecked stranger washed up, nearly drowned, on the beach near research scientist Samantha Brytons home, she was unaware that he was something more than human: an experiment conducted by Charon, a notorious criminal and practitioner of illegal robotics and android research. The man said his name was Turner Pascal but Pascal was dead, killed in a car wreck. Then she found that Charon was experimenting with copying the minds of humans into android brains, implanted in human bodies to escape detection, planning to make his own army of slaves that will follow his orders without question. Samantha and Turner quickly found themselves on the run across the country, pursued by the most ruthless criminal of the twenty-first century. In desperation, Samantha decided to seek help from Sunrise Alley, an underground organization. Is that had gone rogue? But these cybernetic outlaws were rumored to have their own hidden agenda, not necessarily congruent with humanity’s welfare, and Samantha feared that her only hope would prove forlorn.

 

Recensione.

La fantascienza spesso ospita opere che sono una commistione tra più generi e ci sono scrittori che riescono a miscelare elementi molto diversi per arrivare a creare romanzi accessibili a più fasce di lettori. Catherine Asaro in questo caso utilizza due dei temi classici della SF moderna, la robotica e le intelligenze artificiali, per creare una trama con elementi “gialli” e “rosa” che contiene alcune riflessioni di buon spessore sulle possibili implicazioni etiche e morali di cosa definisca veramente un essere umano.

Il quadro è quello di un prossimo futuro, di uno scenario in cui sono state sviluppate le intelligenze artificiali e l’evoluzione della Rete è diventata pervasiva nell’intera società a un livello superiore a quello del web 2.0 attuale.  Gli studi sull’intelligenza artificiale e i sistemi esperti hanno fatto enormi passi avanti mostrando però una fragilità intrinseca nella maturazione e nella stabilità delle menti artificiali. Di pari passo è andato avanti lo studio e la progettazione degli androidi, al punto che le “forme” sono sempre più vicine a quelle degli esseri umani.

La protagonista per certi versi ricorda la Susan Calvin creata a suo tempo da Isaac Asimov per i cicli dei Robot, in quanto studiosa al vertice della categoria per quanto riguarda la creazione e la stabilizzazione delle menti artificiali, di conseguenza in grado di comprendere più di ogni altro le implicazioni etiche e morali del loro pensiero e della loro fabbricazione. La Asaro però ne fa una figura dinamica, a tratti ingenua, di una donna che ai grandi talenti associa una personalità resa fragile da alcuni traumi e da lutti recenti. Un personaggio complesso e divertente anche se a volte risulta meno credibile del dovuto.

Il suo contraltare, l’altra faccia dei buoni, è decisamente più complesso. In Turner Pascal tutto è in discussione. la sua identità, il suo passato, le sue capacità, i suoi sentimenti, i suoi stessi pensieri. Ne deriva uno strumento narrativo tanto duttile quanto pericoloso per una corretta gestione della trama al punto che anche un’ottima scrittrice come la Asaro rischia la soluzione deus ex machina quando ne fa scoprire le potenzialità. Turner è l’esperimento, il nodo di tutta la vicenda, qualcosa-qualcuno talmente diverso da interessare sia le intelligenze artificiali che ogni  persona che incontra. Si potrebbe dire che per tutto il romanzo la domanda che ricorre è: dov’è la frontiera tra esseri umani e macchine?

L’autrice affronta con buon piglio il difficile compito di creare personaggi non umani credibili, riuscendo quasi sempre a non forzare troppo la mano. Dove invece fatica è nella gestione delle scene d’azione che a volte sembrano non del tutto sviluppate, così come rimangono non del tutto definiti gli sviluppi tecnologici. La parte meno riuscita del romanzo è proprio quella tecnica, dato sorprendente in chi come la Asaro ha una solida formazione scientifica.  Il risultato finale non ne risente più di tanto anche se il romanzo sembra di conseguenza più sbilanciato dal lato della gestione dei personaggi.

Il plot scorre veloce, ci sono un buon numero di colpi di scena e di cliffhanger che rendono la lettura piacevole anche per i lettori più smaliziati malgrado i piccoli difetti sopra descritti. Le macchinazioni del super fuorilegge costringono i personaggi ad essere continuamente in movimento fino alle pagine finali, nelle quali vengono chiuse tutte le sottotrame (cosa spesso non curata anche nei buoni romanzi). questo libro risulta quindi essere piacevolmente autoconclusivo, compiendo appieno la funzione fondamentale di un romanzo di SF, ovvero suscitare domande nella mente del lettore.

L’autrice.

Catherine Asaro pubblica fantasy dal 1994, SF dal 2003 e in precedenza articoli per riviste scientifiche dal 1980 (!); nel campo strettamente SF ha raccolto una serie di premi tra cui due Nebula (2001 e 2008). Autrice con un curriculum decisamente vario, si passa dalla danza alla musica con molti passaggi nella matematica, in chimica e in fisica. Sul nostro mercato mi risultano essere stati tradotti solo “Quantum Rose” ( “La rosa quantica”, 2007) e “Aurora in four voices” (“Aurora a quattro voci” 1999), “Walk in silence” (“Un ponte sull’abisso”, 2006).  Questo romanzo non risulta quindi essere stato tradotto in italiano.

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