UFO: i film di montaggio

Il nostro collaboratore Giuseppe Massari ritorna su un argomento molto controverso tra gli appassionati della serie UFO, i film creati rimontando gli episodi della seri. Già in precedenza il nostro Nick aveva trattato questa tema in questo articolo.

I famigerati film di montaggio di UFO avevano un indubbio fascino: erano a colori (all’epoca, UFO a colori era visibile solamente sulla raccolta Panini) e ci consentivano di vedere tutti quegli episodi che la RAI aveva “trombato”, giudicandoli troppo impressionanti (e, per certi versi, lo erano!). Essendo poi studiati per un target infantile, il montaggio era tale da tenere sempre desta l’attenzione (UFO,  alieni, esplosioni e intercettamenti continui, anche a costo di “massacrare” le storie originali).

Visti oggi con maggiore obiettività, bisogna arrendersi all’evidenza: molto evocativi sì, ma totalmente fuori dal contesto originale. “UFO” non è quello: chiunque pensi di giudicarlo vedendo solo tali film rischia di dire solo un mucchio di sciocchezze (e molti lo hanno fatto). Augurandomi, come sempre, di destare la vostra curiosità, passerò ora ad un impietoso “smontaggio” sistematico di tali montaggi, per chiarire cosa poteva essere e cosa è stato. Parlerò sopratuttto dei tre film della Kent (“Allarme rosso”, “Distruggete Base Luna” e “Uccidete Straker”) in quanto i rimanenti due della INDIEF (“Prendeteli vivi” e “Contatto Radar”) sono, per così dire, meno “complessi” (ma anche meno riusciti). Parlerò anche di “Invasion: UFO”, in quanto, essendo un prodotto inglese, non poteva barare con il doppiaggio e quindi non ha travisato le storie come invece è accaduto in Italia.

Allarme rosso… Attacco alla Terra!

Si inizia, suggestivamente, con il finto “attentato a Straker” di “Responsibility seat”, per introdurre il personaggio Straker come produttore di film. La tipica sigla di UFO viene suonata con rumori di fondo ancora più accentuati, con il “botto” finale dell’UFO al posto della musica. E fin qui, tutto bene. I guai cominciano quando una voce stentorea comincia a descrivere la SHADO, dicendo anche svariate sciocchezze in mezzo ad un montaggio caotico dove appare anche Alec Freeman (assente per il resto del film). Poi inizia la “vera” sigla del film, un pezzo “rubato” a 007 (questo film, e anche gli altri, ne è pieno). Finalmente un po’ d’ordine, e inizia, abbastanza regolarmente, “The cat with ten lives”, che costituirebbe (condizionale di rigore) il primo episodio. I dialoghi dei piloti durante la caccia agli UFO sono però una bufala colossale, in quanto sembrano lì per divertirsi, e il riferimento a certi vecchi film d’aviazione non mi pare giustificato: ad ogni modo, il dialogo originale è puramente tecnico (del tipo “a tiro tra cinque secondi” eccetera). Altra idiozia il successivo commento di Straker (necessario, ovviamente, a giustificare l’idiozia precedente). Nell’originale, Straker si dimostra solo preoccupato dell’accanimento alieno, e si chiede cosa inventeranno la prossima volta (cosa che, inutile a dirsi, stiamo per vedere). Andiamo avanti. Come per magia sparisce anche una significativa sequenza dove i tre astronauti parlano tra di loro nella sfera di rilassamento, esprimendo tutto lo stress accumulato negli ultimi giorni. L’altoparlante chiama Regan (e lui solo!) a presentarsi da Foster, per prendere tutte le legnate che poi vediamo (lo scopo non è punitivo come vorrebbe far credere il film, ma solo di verificarne la forma fisica: tant’è vero che il nostro ottiene una licenza…). In abiti borghesi, Regan torna nella sfera a salutare i colleghi (anche questo manca), poi lo vediamo all’aeroporto della SHADO mentre scherza con il capo delle guardie, tale Morgan (niente anche qui). Tutto va bene fino alla seduta spiritica, anch’essa tagliata (manca la parte iniziale, quando i Regan e i Thompson fanno il gioco del bicchierino con le carte, al quale Jimmy bara per scherzo). Seguono il rientro in auto, il gatto, il rapimento, il rapporto a Straker: OK. Poi manca di nuovo una sequenza interessantissima: Straker e Foster parlano con Jackson, e salta fuori la storia dell’alieno dal corpo umano, che rivoluziona totalmente le precedenti teorie sugli UFO (e avrebbe smentito la stupida introduzione iniziale del film). Avanti pure. Mancato abbattimento dell’UFO da parte di Regan. Altro buco, quando Regan è di nuovo a rapporto da Straker, e questi decide di sostituirlo con Foster. Di nuovo tutto OK, poi taglio della partenza di Regan dall’aeroporto, dove un perplesso Morgan gli chiede spiegazioni. Altro taglio importantissimo, Regan che sabota gli apparecchi dei colleghi (che più tardi saranno impossibilitati a inseguirlo, e la cosa troverà una penosa giustificazione ottenuta in fase di doppiaggio…). Anche il commento finale di Straker è posticcio.
Finalmente si arriva a “Psychobombs”. Le cose vanno un po’ meglio, almeno fino all’intrusione di Clark alla stazione di Fairfield. Poi viene tagliato il suo interrogatorio da parte dell’ufficiale di sicurezza (quello con i baffi che si vede per un attimo). Bum, e di nuovo tutto normale. Quando Mason entra alla stazione degli Skydivers, viene cambiata una curiosa battuta: nel doppiaggio originale quando l’agente apre la sua valigia e la trova vuota, il collega commenta, imperturbabile “viaggia leggero” (possiamo ritrovarla nell’edizione della TV svizzera). Ancora avanti, e taglio del corteggiamento di Foster a Linda (un po’ lunghino, in effetti) e della sua espressione mortificata dopo averla rinchiusa in prigione. Il lancio di Sky 1 è inserito di sana pianta, e l’idea che Straker avesse calcolato le 48 ore dell’UFO è pura idiozia (normale abbattimento dello Sky).
Eccoci a “Timelash”. Forbici generose con la fuga di Straker prima e con il suo ricovero al centro medico poi. Mancano quindi anche tutte le indagini (e relative perplessità) di Foster e Henderson. Tra l’altro, manca pure una sequenza dove Virginia Lake è anch’essa ricoverata ma dice di non ricordare niente (questo taglio ha fatto sì che molti spettatori la credessero morta!). Inizia poi il flash-back di Straker. Mi spiace darvi una delusione, ma la logora battuta “se quella è Venere, voi siete sua sorella” non esiste proprio!!! C’è solo un banale scambio di opinioni tecniche sulla natura dell’avvistamento. A rimetterci sono poi svariate scene dell’arrivo agli studi (molto suggestive: Straker prende a bastonate, inutilmente, uno sgabello fermo a mezz’aria, poi abbiamo la polvere di una sega circolare ferma a mezz’aria come, poco dopo, il fumo di un sigaro). Seguono il giro alla SHADO, l’iniezione di X-50, e il rimpiattino con Turner (molto scremato anch’esso). Tutto così fino al faccia a faccia tra Straker e Turner il quale, nel dialogo originale, è ancora più sciocco: infatti rivela a Straker di essere visibile solo dove era prima o dove sarebbe stato… il resto lo sappiamo. L’unica cosa intelligente che si vede è l’abbattimento dell’UFO: viene infatti inserito l’atterraggio di fortuna di “Computer affair”, mentre nell’originale l’UFO  si limita a svolazzare via con la coda tra le gambe (poco verosimile, in verità). Di nuovo tutto a posto fino alla fine. Enorme successo di pubblico (infantile, per forza di cose), e stura ad altri sequel…

Distruggete Base Luna!

Forza pure. L’inizio è quanto di più caotico si possa immaginare, ma grazie al cielo arriva la sigla (sempre 007, ovviamente). “Confetti check A-OK”. Si fa quasi prima a dire cosa c’è rimasto: il tenente che distribuisce sigari, i ricordi di Straker, il matrimonio, il viaggio di nozze mancato, il colloquio con Henderson (ridoppiato), e Suzanne Neve capace solo di piangere come una vite tagliata (probabilmente è stata scelta apposta). Nascita del pupo, Freeman che dice un’enormità (“mi dispiace per quell’UFO che ci è sfuggito…” ma quale UFO! Le intercettazioni saranno possibili solo 10 anni dopo!!!), viso rattristato di Straker. Quindi, niente colloquio all’ONU, niente immagini dei primi tempi felici di matrimonio (qualcuna c’era) nonché dei successivi litigi, poco o niente della nascita della SHADO e della presunta tresca con Nina Barry (avrebbe fatto bene…).
Finalmente saltiamo a “Flight Path”. Il “condizionamento” di Dawson è un po’ alterato ma fatto con intelligenza (vediamo il faro ipnotico di “Psychobombs”). Mancano tutte le scene di intimità tra Carol e Roper, per cui quando quest’ultimo passa i dati dal telefono dell’auto non si capisce come sia finito lì (comunque tutto ciò che riguarda il ricatto è rimasto). Manca inoltre l’inquadratura dove Straker fa deliberatamente sapere a tutta la base il rilascio di Roper per intrappolare la talpa. Il resto è di nuovo un po’ caotico (anche il dialogo tra Straker e Carlin viene alterato), ma più o meno c’è tutto. E di nuovo una delusione: la battuta “in bocca all’UFO” è un’altra invenzione…
Arriviamo a “Question of priorities”. La bella domenica di Straker c’è tutta, nel bene e nel male. Raccapricciante invece la sequenza dove Freeman cerca di raccapezzarsi sui due UFO dal comportamento ambiguo: viene addirittura inserita una sequenza di una fantomatica “sonda” (un modulo lunare) che si comporta come un intercettore (pilota ubriaco?), per vedere poi la famosa scena della fuga di Craig di “Kill Straker”, con botto finale (era proprio necessario?). Coraggio pure. Eliminazione del medico che visita la vecchietta cieca (dopo aver visto o sentito un UFO, non chiamereste il dottore anche voi?). Il taglio più eclatante riguarda però tutte la scene con un inedito Peter Carlin alla guida degli SHADO mobili, salvo poi inserire un attacco in massa di UFO (proprio per attirare i bambini e schifare i detrattori della serie). Finisce così anche questa sofferenza, al cui confronto le lacrime di Mary Straker fanno quasi ridere.

Annientare SHADO. Stop. Uccidete Straker…

Inizio, più o meno regolare, di “Square triangle”, pur omettendo tutto ciò che riguarda i due amanti diabolici, veri protagonisti dell’episodio originale. Strana sequenza, con colori “falsati”, dove vediamo le gambe di Straker (da “Responsibility Seat”) e quelle di un alieno che gli andrebbe incontro (da “The cat with ten lives”), per finire con il famoso attentato a Straker (sapete tutti dov’è). La sigla è una curiosa “versione rock” della musica del film “Il Leone d’Inverno” (un film storico-medioevale), sempre comunque di John Barry (il musicista di 007, ovviamente). Assurda l’idea dei due UFO, uno da recuperare, l’altro da “snidare e distruggere” ad opera dello Skydiver (che sofferenza…). Tutto va come sappiamo (anche il marito di Liz sparisce del tutto), e molto divertente il dialogo tra Foster e Straker: in origine si parlava, ovviamente, dei due amanti-assassini, qui viene fuori una teoria bislacca, in base alla quale uno dei due UFO voleva compiere un diversivo, mentre l’altro attentava alla vita di Straker. No comment.
Secondo tempo, con “Kill Straker”. C’è quasi tutto, con in più una sequenza più “ricca” del condizionamento di Foster e Craig (colori alterati e il solito faro ipnotico), qualche aggiunta non necessaria quando Craig si intrufola da Straker (la sequenza viene da “The cat with ten lives), e l’ennesimo attacco in massa (dove riescono pure a far abbattere Carlin da un UFO!). Contrariamente al solito, un episodio mostrato con tutto il necessario e anche il superfluo (non per niente, abbiamo solo due episodi invece dei soliti tre…).

Prendeteli vivi!

Si comincia con il pezzo finale di “Destruction”, poi si prosegue con “Ordeal”, dove la cosa viene presentata come vera, al punto che Foster deve prendersi una bella licenza, andando così… alla festa che era all’inizio dell’episodio originale e qui è messa in fondo! In qualche modo si va avanti con la cattura dell’alieno di “Computer affair”, ma la scena della sala operatoria è, curiosamente, quella di “Identified”, con l’aggiunta di un urlo orribile dell’alieno morente (davvero geniale…). Si finisce con “Reflections in the water”, in modo da avere poi l’irrinunciabile attacco in massa. Ricordo che per me questo film fu un po’ deludente, in quanto fino a quel momento avevo davvero creduto che i film fossero originali, mentre “Prendeteli vivi” conteneva materiale già noto (e per di più montato male), rivelando così il trucco… quasi peggio che scoprire che Babbo Natale non esiste!

Contatto radar… stanno atterrando.

Il film ha la pretesa di essere, più o meno, la “biografia” di Paul Foster. Si comincia quindi con l’incidente d’auto di “Identified”, per passare quasi subito a “Exposed”. Alla fine, Foster viene “addestrato per Base Luna”. Abbiamo quindi il falso allarme iniziale di “Dalotek Affair”, per proseguire con “Survival”. Segue una sequenza curiosa: l’incriminazione e la fuga di Foster da “Court Martial”. La cosa viene giustificata con il fatto che Foster avesse fraternizzato con un alieno… lasciamo perdere. Si finisce con “Subsmash”, dove non manca una battuta dove Straker rinfaccia ancora a Paul la faccenda dell’alieno (il bello è che inventavano delle fesserie e le portavano avanti per tutto il film per renderle credibili)… Per me questo fu il film peggiore della serie, in quanto conteneva tutti gli episodi più barbosi (parere personale di allora) senza nessun espediente per rivitalizzarli un po’. Con gli occhi di oggi, potrei considerarlo il più “ordinato” e coerente della serie. Ultime considerazioni: nonostante si fosse fatta man bassa degli episodi inediti dalla RAI, curiosamente “Mindbender” e “The long sleep” restarono totalmente fuori.

Invasion: UFO

Come ho anticipato prima, essendo fatto in Inghilterra questo film è un po’ più pregevole degli altri, e soprattutto contiene tutti i dialoghi originali, anche se con qualche innocente astuzia di montaggio.
La sigla iniziale è molto bella, ma è impossibile capire da dove viene (viene accreditato solo Barry Gray, e tra l’altro anche qualche musica incidentale è cambiata). Regolare inizio di “Identified”, dove però viene inserito il colloquio di Straker alle Nazioni Unite da “Confetti check: A-OK”. Dell’episodio manca tutta la storia della sorella di Carlin (la sequenza iniziale però c’è). Si prosegue con “Computer affair”, stavolta decurtato dell’interrogatorio di Waterman, Bradley ed Ellis, del fidanzamento di questi ultimi e della polemica sui computers. Il ritorno di Foster da “E.S.P.” serve a giustificare la sua presenza in “Reflections in the water”. Qui manca tutta la storia del film, dei pesci misteriosi e della morte del sub. Inoltre, manca anche tutta la faccenda del tenente Anderson, e la preventiva visita alla misteriosa cupola (in altre parole, Straker e Foster vi entrano subito). In coda all’attacco degli UFO vi è la sequenza dell’attacco al SID tratta da “Man who came back”. Il film è molto più riuscito di quelli italiani, ma ha un grosso demerito: di aver “congelato” i diritti di riproduzione dei relativi episodi per quasi vent’anni…

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