Dario Tonani e Mezzotints – WAR diventa una serie

Il lavoro fatto dalla casa editrice Mezzotints per l’ebook “WAR” a firma di Dario Tonani, ne abbiamo parlato qui, è stato davvero massiccio in termini di promozione e a quanto ne sappiamo, decisamente interessante come risultati. Logico quindi proseguire su queste basi e fare un passo avanti; l’universo descritto da Tonani in WAR diventa quindi un soggetto destinato ad ampliarsi, a trovare nuove storie da raccontare sulle gesta dei Militech e su come quel mondo sia diventato il luogo pericolosissimo che abbiamo scoperto con il primo volume.

Possiamo quindi annunciare la prossima uscita di un secondo volume, che avrà il titolo ZombieDrone e di cui possiamo dare ampie anticipazioni.

L’immagine promozionale di per sé promette bene, ma possiamo fare di meglio per darvi un’idea di quello che c’è in arrivo. Di seguito la sinossi, a firma di Dario Tonani:

Oblast di Smolensk (Russia), autunno 1943: i paracadutisti tedeschi sferrano un’offensiva nelle campagne intorno a Demidov. L’operazione coinvolge solo il fior fiore della 7° Divisione Aerotrasportata ed è classificata al massimo livello di segretezza, tanto che è il Fuhrer in persona a ordinarla, contro il parere avverso di tutti i suoi generali. Le condizioni meteorologiche sono pessime, minaccia neve, il freddo ghiaccia il respiro. Un lancio, in condizioni simili, è mera follia. Tant’è… Il Maggiore Rudolf Ziegler è a bordo di uno dei caccia che scortano il convoglio dei Junkers da trasporto. Ma, ormai quasi sull’obiettivo, viene centrato e abbattuto dalla contraerea. Il Capitano Gootwald Keller, intirizzito dal freddo, riesce ad atterrare col suo paracadute nelle retrovie. Ha una missione “ombra” da compiere: scovare uno dei numerosi Militech infiltrati che operano all’interno della Divisione e portare a Hitler le prove della sua esistenza. Rudolf Ziegler dovrebbe essere morto, ma dai rottami del suo Messerschmitt in fiamme si alza un essere che non ha più quasi nulla di umano. Quel commilitone con il giubbotto della Luftwaffe bruciacchiato è la creatura che Gootwald sta cercando…

L’atmosfera è di quelle toste, una rivisitazione delle pagine cupe della seconda guerra mondiale sul fronte russo. Il contenuto non è certo da meno. Come facciamo a saperlo? Semplice, abbiamo ricevuto in esclusiva un brano di ZombieDrone e ve ne facciamo omaggio, per farvi ritornare fin da ora nel mondo di WAR.

«Non lo tengo, cazzo, non lo tengo!».
Calore rovente, aria irrespirabile, fumo.
Rudolf tossì espettorando sulla consolle un bolo verdastro di catarro marcio. Strappò gli occhialoni dalla fronte e si passò una mano sul viso madido di sudore.
Strinse le palpebre. La cabina era un frullatore, sentiva la carlinga vibrargli nelle ossa, pulsargli nelle ferite, strappargli le suture.
L’aereo imbardò e scivolò su un’ala perdendo improvvisamente quota.
Era stato centrato dalla contraerea. Il Daimler-Benz da 1.085 kW che equipaggiava il Messerschmitt BF 109 era in fiamme, il motore tossiva e l’elica perdeva colpi ruotando in modo irregolare, per grazia di Dio.
Non aveva scampo, nessuno lo avrebbe riportato a terra sano e salvo. Non questa volta. 
 «Cristosantissimo!» abbaiò di nuovo alla radio.
Il palmo cominciò a sfrigolare attorno alla cloche rovente, ma il Major Rudolf Ziegler vi si aggrappò anche con l’altra mano. Coi piedi puntati sul pavimento tirò con tutte le sue forze, nel tentativo di sollevare il muso del velivolo.
La cabina era invasa da un fumo denso e nero, i vetri del cupolino spalmati di fuliggine. Rudolf torse il collo da una parte all’’altra, rovesciò la testa all’indietro, guardò su, affamato d’aria e di luce. Niente, il cielo non si vedeva da nessuna parte. Era completamente cieco. E gli mancava il respiro.
Tossì di nuovo.
 Odore di carne abbrustolita e di guarnizioni che andavano a fuoco. Filtrando da una crepa nel cupolino, uno spiffero gelato dissipò parte del fumo nella cabina. Per il calore, però, non c’era superficie metallica che si potesse anche solo sfiorare con un dito.
In mezzo alla coltre buia si sfilacciò un barlume di cielo azzurro; intravide altri caccia e più su le ombre sinistre degli Junkers JU52 che trasportavano la 3. Fallschirmjäger-Division, la Fanteria dell’’Aria della Luftwaffe.
Piccole sagome appese al loro paracadute bianco lacrimavano dal cielo grigio, a centinaia. Dall’’alto, Rudolf le vedeva scendere alla stregua di fiocchi di neve giganti. Qualcuno – pochi a dire il vero – era carne morta come lui, infiltrati, il cui cuore non pulsava più da tempo.
Poi di nuovo buio. E Fiamme… Avvolgevano ormai l’intero muso dell’aereo, soffiando contro il parabrezza come alito d’inferno. Sarebbe bastato un niente per mandare il vetro in frantumi e liquefare in un battito di ciglia il viso del pilota.
I vetri dei quadranti esplosero irrorandolo di schegge.
Rumore assordante. Snudato dalle lamiere che proteggevano il motore, il suono dei cilindri si fece sporco, s’incarognì salendo un’’ultima volta di giri, agonizzò.
Poi…
…in un attimo…
S I L E N Z I O.
Ogni nota si era spenta, eccetto quella del vento che faceva sussultare la carlinga. E dell’’elica che falciava il vuoto. Stava planando senza più motore. E anche il fuoco aveva perso intensità.
Ovattato nulla.
Il muso dell’aereo s’abbassò. Colpì qualcosa. Lo sparò in tutte le direzioni: pedone del cielo, Fallschirmjäger, commilitone… Uomo sbagliato nel momento sbagliato.
L’aereo s’inclinò di 45 gradi. L’elica puntò di più verso il basso, incappucciata dai brandelli di un paracadute.
Stava scendendo in picchiata.
Un oggetto gli rotolò tra i piedi. Staccò dalla cloche il moncherino della destra, doveva essere la sua mano alla griglia, spiccatasi, a causa del calore, dal resto del braccio. Gliel’’avevano riattaccata solo una settimana prima, con un innesto casareccio di carne riportata e fili di acciaio.
«L’abRRRbiamo aggRRRanciata, RRRMaggiore» bofonchiò la radio in mezzo al fruscio elettrostatico. «Si tenga pr PRRRR… RRRRPRrrr…».
Non potevano tenerlo su l’aereo; lui era “controllabile” in remoto, le macchine sulle quali si trovava no.

Come dite? Quando arriva? Rimanete sintonizzati, ne riparleremo presto!

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