Ministero dello Spazio (fumetto)

Marco Stabile ci racconta di un fumetto fortemente ucronico, ennesima prova del talento di un grande come Warren Ellis

Ministero dello Spazio

(Orig. Ministry of Space)

Testi: Warren Ellis

Disegni: Chris Weston

Colori: Laura Martin

Editore: Nicola Pesce Editore

Formato: brossurato, 96 pp., colore

ISBN: 978-8897141105

Cosa sarebbe successo se, sul finire della seconda guerra mondiale, fossero stati gli inglesi a dare il via alla corsa allo spazio? Cosa sarebbe dovuto accadere per renderlo possibile? Queste sono le domande che si pone il noto sceneggiatore Warren Ellis, che stringe sodalizio con il disegnatore Chris Weston con questa ucronia dal sapore retrò.

L’idea di scrivere “Ministero dello spazio” viene a Ellis sfogliando una vetusta copia di Dan Dare, fumetto inglese degli anni ’50, ambientato nell’allora lontano 1990. Dan Dare è il nucleo “eroico” dal quale l’autore inizia a delineare una trama che tocca anche momenti cupi.

La vicenda principale, nel 2001, vede Sir John Dashwood, professore emerito ed ex ministro dello spazio, convocato dal ministero stesso per deporre su una questione di fondi. La vicenda secondaria ripercorre tutte le tappe della conquista dello spazio, fino al momento in cui la Union Jack sventola su Marte, nel 1969. Le due vicende si intrecciano in modo che nessuna delle due prevalga. Il finale, del resto, è perfettamente circolare e non lascia spazio a dubbi su come l’autore risponda alle due domande poste sopra. La storia, ben scritta, ha sostanzialmente un unico difetto, che tra i vari personaggi viene approfondito solamente John Dashwood.

Per l’Inghilterra, nel nostro continuum, era impossibile lanciarsi in questa impresa. Pur disponendo di ottimi teorici (Ellis cita Sir Arthur Clarke, incidentalmente consulente scientifico per Dan Dare) non aveva né le competenze tecniche né le risorse per finanziarla. Alla prima lacuna, Dashwood rimedia catturando Wernher von Braun e altri scienziati tedeschi prima dell’arrivo delle truppe USA. Le risorse le reperirà in un modo che sarà svelato solo alla fine, ma si inizia a sospettare già nel primo capitoletto. È bene ricordare che anche nella realtà furono l’esperienza di von Braun e i materiali degli studi missilistici tedeschi a dare una spinta, rispettivamente, a Stati Uniti e Unione Sovietica. Quanto ai fondi, le due superpotenze avevano una capacità di ripresa economica superiore a quella inglese, che in entrambi gli universi andava incontro a un lungo periodo di austerità e ricostruzione.

ministry-of-space

C’è anche un terzo elemento, che permette di apprezzare lo sforzo di Ellis di immaginare uno scenario realistico. Le vecchie nazioni europee sono (o erano) più legate all’ideale di “gloria” che poteva accomunare un Dashwood e un von Braun al servizio del Re prima e poi della Regina. Questo fattore, unitamente alla disponibilità economica, concorre a modellare la corsa in solitaria degli inglesi in modo differente rispetto a come di fatto è avvenuta. Nel 2001, l’uomo ha posto basi sulla Luna e su Marte, senza contare le numerose stazioni spaziali intorno alla terra. Possiamo solo sorridere, pensando alla grandiosità delle missioni Apollo e della ISS.

“Ministero dello spazio” è molto curato nei dettagli storici, alcuni poco più che aneddoti. L’effetto complessivo è di un grande realismo, seppur dietro una patina eroica. L’effetto è messo ancor più in risalto dallo stile dettagliato di Weston, che mi ha colpito fin dall’inizio per il gusto retrò di alcune raffigurazioni.

In conclusione, un fumetto che consiglio a tutti gli amanti dell’ucronia e della corsa allo spazio. Warren Ellis ci regala un’epopea avvincente, ben scritta e che offre interessanti scorci su una società molto diversa da quella contemporanea.

Comments are closed.