Leggere la Fantacollana – Lord Darcy

Il quarto volume della Fantacollana è Lord Darcy, di Randall Garrett, e prosegue la serie atipica iniziata con Aptor e proseguita con i lavori di Sprague De Camp e Silverberg.
Il volume raccoglie le prime tre novelle appartenenti al ciclo di Lord Darcy – The Eyes Have it (1964), A Case of Identity (1964) e The Muddle on the Woad (1965).
La copertina è ancora una volta di Karel Thole.

Le storie di Lord Darcy sono dei polizieschi.
Esiste un crimine, esiste un investigatore (il Lord Darcy del titolo, coadiuvato dal proprio aiutante ed amico Sean O’Lochlainn) che attraverso l’applicazione di metodi induttivi e di analisi scientifiche, giunge alla risoluzione del caso.
C’è però una piccola differenza.
Anzi, due.

La prima differenza è che le storie di Lord Darcy si svolgono in un universo nel quale i Plantageneti sono rimasti sul trono d’Inghilterra fino ai giorni nostri. Riccardo Cuor di Leone è sopravvissuto alla sua ferita subita a Chaluz, Giovanni il Senza terra non è mai salito al trono, la Magna Charta non è mai stata firmata.
L’Impero Anglo-Francese include le isole britanniche, la Francia, e tutto il continente americano; il re d’Inghilterra, Giovanni IV, è anche Sacro Romano Imperatore, e quindi controlla parti di Italia e Germania.
Il Cattolicesimo è l’unica religione.
E non si sta neanche male.
L’Impero è ai ferri corti con la Polonia retta da Re Casimir (potremmo parlare di Guerra Fredda), mentre il resto d’Europa (Russia inclusa) è balcanizzato e variamente allineato secondo alleanze e matrimoni politici .

La seconda differenza è che in questo continuum non si è sviluppato un paradigma scientifico di tipo galileiano, ma un paradigma magico di tipo… ah, come definirlo?
Decampiano – considerando che Lyon Sprague De Camp fu uno dei principali fautori del fantasy razionalizzato e delle “regole della magia”?
Campbelliano – considerando che tutte e tre le storie in questo volume vennero pubblicate da Analog – Science Fiction and Fact, rivista diretta da John W. Campbell?
Strossiano – sulla base della Legge di Stross per cui qualsiasi magia sufficientemente avanzata è indistinguibile dalla scienza?

… o forse è solo l’estrema estensione del paradigma magico ermetico.

Sia come sia, la magia nel mondo di Lord Darcy ha delle regole, è codificata e prevedibile.
È, insomma, scienza con un nome diverso.
Ed è un bene, considerando che la scienza come noi la conosciamo è sottosviluppata ed erratica, quasi un’eccentricità affettata da alcuni stramboidi – ed il livello tecnologico del ventesimo secolo parallelo descritto da Garrett è vicino a quello dell’europa vittoriana.

 

Illustrazione originale (1964) per “The Eyes Have It”

Lord Darcy è Investigatore Forense Capo per conto del Duca di Normandia, che sarebbe poi il capo della polizia.
Il suo compito è applicare la propria intelligenza – e le proprie conoscenze magiche – alla risoluzione di crimini e omicidi.
Cosa che Darcy fa benissimo – e le storie non barano mai, non ingannano il lettore, non usano la magia per cambiare le carte in tavola.
La prima parte di ogni racconto presenta in maniera chiara e inequivocabile non solo gli indizi, ma anche i caratteri peculiari dell’ambientazione, fornendo al lettore tutti gli elementi necessari per arrivare alla soluzione.
Soluzione che viene puntualmente raggiunta, grazie alle capacità intellettuali di Lord Darcy, ed alle competenze del suo collega e narratore O’Lochlainn.

Randall Garrett ai tempi di Lord darcy

Garret – che fu un autore dalla produzione ineguale, ma che al suo meglio aveva spesso delle idee geniali eseguite con eleganza – si diverte ad infarcire le storie di riferimenti e sciocchi giochini – spesso usando il fatto che la lingua del’impero è il francese e non l’inglese – concedendo cameo e citazioni a colleghi scrittori e a personaggi d’immaginazione.

Un ibrido fantastico/poliziesco ambientato in un universo parallelo ed ucronico.
Non esattamente la solita zuppa a base di elfi e dragoni, Oscuri Signori e mezz’uomini.
Ci fu un tempo in cui questo era il fantasy sul mercato.
Ed in cui tre racconti di fantascienza e storia alternativa mascherati da fantasy potevano essere preceduti da venti pagine di introduzione, nelle quali veniva presentato il catalogo di temi e opzioni offerte dagli universi paralleli.

Erano davvero altri tempi.

Sciocco dettaglio personale – mi procurai con non poca fatica Lord Darcy (uno dei libri “rari” della Fantacollana, ai miei tempi), solo dopo aver letto La Stanza Chiusa, il secondo volume pubblicato dalla Fantacollana sulle gesta di Lord Darcy.
La serie – da noi pubblicata incompleta da Nord – resta una delle mie preferite nell’ambito dell’ucronia e del fantasy razionalizzato. Ne esiste una nuova edizione più completa – ma non completamente completa – pubblicata da Urania.
Vent’anni dopo aver letto queste storie, trattai malissimo il giovane di belle speranze che si domandava se la sua idea, di scrivere dei polizieschi fantasy, non fosse troppo nuova e diversa dal solito.
Gli diedi del’ignorante.
E a ben pensarci, lo era.

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