Intervista a Dario Tonani

Avevamo dedicato un’intervista a Dario Tonani nel luglio del 2012 con il bieco pretesto di fargli i nostri auguri di buon compleanno, fu una bella chiaccherata ma con Dario c’è sempre molto da dire e tanto da sapere. Il nostro Marco Stabile, alias Salomon Xeno, lo ha incontrato alla manifestazione Delos Days qualche giorno fa, in seguito hanno concordato questa bella intervista.

Ciao Dario, benvenuto sulle pagine di Il Futuro è Tornato!

È appena uscito, per la collana digitale di Delos Books, il tuo nuovo libro. “Mechardionica” è la quinta storia ambientata su Mondo9, dopo le quattro novelette (“Cardanica”, “Robredo”, “Chatarra” e “Afritania”), poi riunite nell’omonimo volume, sempre edito da Delos. Come si è evoluto l’orizzonte di Mondo9, da “Cardanica” a oggi?

Grazie a voi dell’ospitalità. Mi permetti, innazitutto, di dire che Il Futuro è Tornato suona di buon auspicio per una chiacchierata steampunk?

Rispetto al primo libro del ciclo, in questa seconda tranche di storie ci sono diversi elementi nuovi. Direi soprattutto tre: 1) la conquista del cielo; 2) un maggior rilievo dato ai personaggi umani, accogliendo un suggerimento – peraltro molto gradito – che mi arrivato dai lettori; 3) l’affacciarsi sulla scena di una nuova “razza” intermedia tra le navi e il mondo biologico, i Mechardionici per l’appunto. Dal punto di vista “tecnico” l’evoluzione è sostanzialmente lì, anche se il vero fattore innovativo rispetto ai quattro racconti di “Mondo9” è che questa volta so dall’inizio che i nuovi capitoli andranno a confluire in un fix-up. E quindi, nonostante le storie siano indipendenti e autoconclusive, ho cercato di creare da subito un filo conduttore più solido che nel primo libro. E se vogliamo c’è un ulteriore aspetto: la lunghezza dei capitoli sarà molto diversa, passando dal vero e proprio romanzo breve – “Mechardionica” appunto – al racconto di una ventina di pagine.

“Mechardionica” inizia esattamente 119 minuti dopo la conclusione di “Afritania”. Ci puoi spiegare il perché di questa scelta?

In realtà, la cifra 119 deriva da un giochino molto banale che ho fatto con un foglio di carta durante una recente presentazione ai Delos Days di Milano: se uniamo i due “1” con una piccola “v” otteniamo una “M” seguita da un 9: M9, Mondo9… Un osservatore attento mi ha poi fatto notare che la cifra richiama l’11 settembre; volevo buttare all’aria l’idea del gioco di lettere e numeri, ma poi ho pensato che anche le ultime pagine di “Mondo9” sono una sorta di 11 settembre per quel pianeta, e così ho lasciato il riferimento. Del resto, “Mechardionica” riprende effettivamente qualche minuto dopo la conclusione della quarta storia del primo libro, “Afritania”.

 Le nuove storie di Mondo9 apriranno almeno due nuove frontiere: un’inattesa sintesi, se vogliamo, fra uomo e macchina, e la (ri)scoperta del volo. Cosa dobbiamo aspettarci in futuro?

Prima di tutto, sense of wonder, la vera ossatura di tutto il ciclo. E poi una deriva più dark che nelle prime storie. Nuove navi, nuovi ambienti. Ma anche, tra una perfidia alla ruggine e all’altra, qualche barlume di struggente umanità…

Da curioso di world building, ho notato che Mondo9 ha un’ecologia piuttosto ricca. Pur essendo pieno di veleni e malattie, pullula di aliquadre, lumigechi e altre forme di vita adattate a un ambiente ostile. Come hai sviluppato questo ecosistema?

Non dimentichiamoci che le navi, in quanto creature senzienti e vive, sono loro stesse parti di un ecosistema. Come ci sono arrivato? Ho provato a ribaltare le consuetudini del classico pianeta ostile visto dal punto di vista dell’uomo-invasore. E ho trattato le navi come se fossero una vera e propria specie autoctona, anche se in realtà gli uomini di Mondo9 hanno sempre convissuto con la ruggine, l’olio lubrificante e il metallo.

Ho letto per la prima volta “Cardanica” durante uno dei miei viaggi in treno da pendolare. Non posso fare a meno di chiedermi se le macchine infernali che descrivi siano nate in un contesto simile. Puoi confermare o smentire?

Il tema dell’ibridazione carne/metallo l’ho trattato in tantissime opere, sia romanzi sia racconti. Dovrei risponderti che sì, probabilmente in questo mio pallino c’è una parte del Tonani automobilista che percorre ogni giorno 60 chilometri per andare e tornare dal lavoro.

Quali sono le principali fonti di ispirazione, anche non limitatamente all’ambito letterario, per gli scenari e le tematiche di Mondo9?

Ti faccio quattro titoli e quattro nomi: Il ciclo di “Dune” di Frank Herbert, quello del “Big Planet” di Jack Vance, “Cronache di Majipoor” di Robert Silverberg e la saga di “Macchine mortali” di Philip Reeve. Dal punto di vista cinematografico i riferimenti – consci o meno – sono molto più frammentati e probabilmente assai più numerosi…

 Recentemente abbiamo intervistato Franco Brambilla, con il quale è nato un sodalizio proprio grazie ai racconti di Mondo9. Puoi raccontarci come è nato, e se si tratta di una collaborazione vera e propria, o solo di mutue influenze? (Domanda rivolta a FB, qui )

Direi che si tratta soprattutto di amicizia, oltre che di un sincero rapporto di stima reciproca cresciuto negli anni. Franco ha preso da subito in simpatia le storie di Mondo9 e senza alcuna mia sollecitazione ha cominciato a farsi parte diligente nel fornirmi la sua personale interpretazione di ambienti e protagonisti. Insomma, posso dire che ha fatto con il mio libro quello che i concept artist fanno abitualmente con i film a cui sono chiamati a collaborare. Posso sbagliare, ma credo che in Italia, nell’ambito della narrativa, questo rapporto tra autore e illustratore sia qualcosa di assolutamente inedito.

È recente la notizia che hai firmato un contratto per la pubblicazione in Giappone delle tue opere. Puoi dirci qualcosa in più?

Non molto, ho firmato il contratto solo a fine settembre e sto ancora centellinandolo nella testa. Per i dettagli ci sarà tempo. Ma credo di poter dire che ci sono buone possibilità che la copertina rimanga la stessa disegnata da Franco Brambilla. Se la Robredo deve andare all’altro capo del mondo mi farebbe davvero piacere che lo facesse con le forme che le ha dato Franco. Quanto alla Casa editrice, la C-Light, ha in catalogo almeno un altro paio di italiani: Sandro Veronesi (con “Caos calmo” e “La forza del passato”) e l’amico Luca Masali (con “I biplani di D’Annunzio”).

Cosa pensi, anche sulla base della tua esperienza, della possibilità di essere tradotti in altre lingue?

Molti scrittori italiani di fantascienza avrebbero pieno titolo per approdare all’estero. Se non lo facciamo con la dovuta assiduità è solo perché oggi la nostra è una lingua letterariamente periferica, che il mercato editoriale globale tende a snobbare.

Sulla copertina di “Mondo9” compare l’apprezzamento di Paul Di Filippo, sicuramente uno dei numi tutelari dello steampunk. Hai avuto modo di conoscerlo personalmente?

Sì, ci siamo incontrati all’Italcon di Bellaria nel 2012, dopo esserci scambiati parecchie email. Non tutti sanno che l’edizione americana di “Cardanica” ha avuto come editor proprio Paul Di Filippo. Lo scorso anno, in occasione dell’uscita di “Mondo9”, ho avuto l’onore di essere intervistato da lui (intervista poi pubblicata su Robot e Fantascienza.com e, in inglese, sul sito americano SF Signal e su The European Science Fiction Portal (qui). Quest’anno, poi, ai Delos Days ci siamo rincontrati virtualmente mentre lui era in collegamento Skype da Providence e ha speso nei miei confronti una splendida citazione.

“Cardanica” è stato pubblicato per la prima volta sulla rivista Robot, poi in ebook dalla 40k Books e seguito dalle altre tre novelette. Quanto è stato importante questo passaggio al digitale?

Credo che senza il passaggio in digitale buona parte del successo di “Mondo9” non ci sarebbe stato. Almeno, non nelle proporzioni che mi hanno poi permesso di ottenere tanta visibilità anche all’estero. Devo molti grazie, ovviamente anche per essere stato a cavallo di due case editrici e aver lavorato con parecchi editor diversi.

A cosa stai lavorando attualmente? Quali sono i tuoi progetti nel futuro prossimo?

Sto ovviamente continuando il mio viaggio steampunk su Mondo9. Lo scorso weekend ho terminato la settima storia, terza del nuovo corso, e devo cominciare a tirare le fila del nuovo libro in prospettiva dell’uscita del volume cartaceo probabilmente nella primavera del prossimo anno. E poi sto lavorando a un altro progetto seriale: “W.A.R. – Weapons. Androids. Robots.” con Mezzotints. Sono alla terza storia. What else? Un romanzo in stand-by (mi deciderò prima o poi a finirlo, dato che mi mancano una sessantina di pagine?) e tanti tanti racconti. Quindi, grazie della chiacchierata e stay tuned.

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