Francesco Verso – Livido

Avevamo parlato di questo romanzo poco prima che uscisse, approfittando dell’occasione per rivolgere qualche domanda al suo autore, ora il nostro Marco Stabile (alias Salomon Xeno) si regala questa bella recensione.

Francesco Verso

Livido

Delos Books

pagine 250, Euro 14,80

[Attenzione: ci sono SPOILER]

Peter Pains è costretto fin da giovane a rovistare tra i rifiuti di Colle Vasto, la discarica vicino a casa. Soffre le angherie del fratello Charlie, capo di una banda di riciclatori abusivi, i Dead Bones, in un futuro dove la palta assedia le città e il riutilizzo è entrato a far parte dello stile di vita (almeno delle classi medie e meno abbienti). Ma soprattutto, Peter è alla ricerca della felicità. La donna dei suoi sogni è Alba, perfetta nel suo essere per metà artificiale. La sua mente è stata infatti copiata, digitalizzata e caricata su un corpo artificiale; gli uomini e le donne che scelgono l’upload, potendoselo permettere,  sono chiamati nexumani.

Peter conosce Alba lungo la strada che percorre ogni giorno per raggiungere Colle Vasto, dove  lavora in un’agenzia viaggi di sua proprietà. Il ragazzo però non si rende subito conto della sua condizione. I nexumani possono sembrare umani perfetti, ma il loro status giuridico è ambiguo: in cambio di una vita prolungata e di un corpo migliore, non godono di tutti i diritti dell’umanità. Che non è umana se ne accorge subito Charlie, che è lesto di giudizio: in quanto nexumana, anche Alba è palta. Durante una scorreria dei Dead Bones le dà la caccia e la uccide, sotto lo sguardo esterrefatto di Peter, che osserva il suo sogno smembrato e ripartito fra i membri della banda. Peter riesce tuttavia a recuperarne la testa e da qui inizia il percorso di recupero di quella felicità che si è visto strappar via.

Quella stessa notte, la notte in cui comincia la sua follia, egli conosce Ion, un senzatetto acculturato ma dal passato oscuro. Ion gli spiega cos’è la felicità, ispirandosi alla filosofia greca. Oggi c’è la tendenza a considerare la follia qualcosa di negativo, di cui aver paura, ma i Greci sapevano che la verità è un’altra e che essa è una componente imprescindibile dell’essere umano. Non a caso una delle parole usate per esprimere la felicità è “eudaimonia”, ovvero quando un demone positivo prende possesso di una persona. L’eudaimonia, in contrapposizione al piacere immediato, è stata vista da molti filosofi come il fine ultimo dell’uomo.

Peter, come forse avrete intuito dal titolo, non ha una vita particolarmente felice. Nei 15 anni coperti dalle vicende raccontate nel libro, egli persegue questo unico scopo, che lo rende agli occhi altrui un folle. A peggiorare le cose, la morte della madre e l’inacerbirsi del rapporto con Charlie lo portano sull’orlo del tracollo. Non riuscirà mai a dimenticare Alba, nemmeno quando proverà a superare la perdita e farsi una famiglia. Nel momento stesso in cui, grazie a Ion, realizza che forse Alba può essere resuscitate, egli capisce che solo la rinascita della donna amata può permettere anche la sua.

Livido non è una semplice storia d’amore., poiché l’oggetto del desiderio ha travalicato i confini dell’umanità. Le tematiche del transumanesimo sono espresse con il linguaggio dei sentimenti, con la speranza e la disperazione che a fasi alterne Peter prova. Si incontrano anche nella quotidianità, dato che la tecnologia del 2040 è persino più invasiva della nostra e si interfaccia sempre più con l’utente: ogni oggetto, anche il più semplice, è fornito di ID e di una serie di informazioni consultabili da chiunque. Ai cacciatori di rifiuti basta un colpo d’occhio per dare a ogni oggetto un nome, uno scopo e una storia. Si può anzi tranquillamente dire che è proprio la palta l’altro grande protagonista di questo romanzo.

Questa “palta”, come è riportato nei Ringraziamenti, altro non è che la parola usata per tradurre il neologismo “kipple” nell’edizione italiana di “Do androids dream of electric sheep” di Philip K. Dick. Lo dico perché è uno dei primi libri che ho letto in lingua originale, e un paio di paginette mi sono rimaste impresse (anche perché rimosse nel film), quando un tale parla a uno degli androidi in fuga di come la palta, non più semplice spazzatura, diventi qualcosa di incontrollabile, destinata all’accumulo. Immagine che ho immediatamente riconosciuto nella società del 2040, dove la palta è ovunque e gli uomini cercano a vario titolo di contrastarla (come professione o per fini domestici), recuperando e riciclando il possibile, e disintegrando il resto. La palta assedia le vite degli abilanti della metropoli, fino a diventarne parte integrante.

Livido è un romanzo narrato in prima persona, con tutti i vantaggi e le limitazioni che questo comporta. Non è una storia gradevole, principalmente per la lista di disgrazie che capitano al protagonista, ma rimane pur sempre quel filo di speranza che guida le scelte di Peter. Così, pur nella consapevolezza che questo amore può rivelarsi in qualsiasi momento una bolla o una chimera, non possiamo che tifare per la follia di Peter, che, al di là della scelta di innamorarsi di un manichino (rotto), ho riconosciuto profondamente umana.

Comments are closed.