Andrea Viscusi – Spore

Andrea Viscusi

Spore (2013)

I sognatori

Copertina di Francesca Santamaria

Euro 13, 90 – pp. 128

Quarta di copertina.

Le parole che stai leggendo, non le stai leggendo davvero, e io non le ho mai scritte. Le sentirai emergere nella tua testa, crescere come germogli, assumere significati che io stesso non saprei esprimere.

Recensione.

Andrea Viscusi lo conosciamo da parecchio, è uno dei collaboratori esterni di questa testata, un blogger piuttosto noto e un autore decisamente presente nel piccolo mondo della fantascienza italiana. Impossibile non parlare di questo suo nuovo lavoro e non lo facciamo di certo per questioni di amicizia o di buon vicinato; qui si tratta di una bella selezione di racconti, un biglietto da visita di rilievo per presentarsi a chi ancora non lo avesse incrociato nei meandri della Rete.

Nell’antologia troverete, in ordine di apparizione, “Spore” (un futuro possibile inquietante), “Il giorno più importante” (una fine del mondo), “Natura morta” (una storia sui possibili paradossi), “Il Dottipardo” (distopia), “Cattivi genitori” (distopia italiana), “Il guardiano del faro” (estremo futuro), “Stelle cadenti” (ancora paradossi), “Sinestesia” (SF legal thriller) e “La staffetta” (sociologico).

Da un punto di vista tecnico c’è qualche difetto nella costruzione del volume; data la tipologia è d’uso inserire un’introduzione che presenti l’autore, così come spesso si inseriscono delle presentazioni dei racconti stessi. Non averlo fatto rende il libro sicuramente più essenziale e permette di rispettare uno dei formati standard dell’editoria (le 128 pagine), viene comunque da pensare che dato l’output di questo autore non sarebbe stato difficile passare al format superiore e confezionare un testo più “importante”.

Venendo alla scrittura c’è qualche passaggio che avrebbe meritato un editing più incisivo, il finale di “La staffetta” ne è un esempio. Ma si tratta di sfumature, di poche parole da aggiungere o modificare che non cambiano nè il senso del racconto nè tantomeno lo rendono meno godibile. Il punto è cercare di far rendere al massimo un buon autore, proprio per aumentarne al massimo l’impatto delle storie. Viscusi ha una formazione scientifica (uno dei pochi nel nostro settore in Italia) e per quanto cerchi di non appesantire le sue storie questo tipo di attitudine si avverte.

Il racconto migliore è senz’altro quello che fornisce il titolo della raccolta, “Spore”, non a caso basato in partenza su una storia vera e su una possibile evoluzione del tutto credibile per la nostra specie oltre che per il nostro pianeta. E’ un gioiellino che in poche pagine merita il prezzo di copertina, seguito a breve distanza dall’ottimo “Sinestesia” che si avventura su una esplorazione sensoriale che non è facile da rendere in un testo, specialmente nel cmapo della narrativa breve. Si fatica ad indicare una storia meno gradevole, come livello medio delle storie siamo su una quota decisamente alta.

Speriamo di ritrovare presto Andrea alle prese con un progetto di dimensioni più ambiziose, la stoffa per fare qualcosa di grande c’è tutta.

Andrea “Piscu” Viscusi (Toscana, 1986); laureato in statistica e appassionato di fantascienza e musica elettronica, scrive da alcuni anni dedicandosi principalmente a racconti “fantastici” in senso ampio. Ha pubblicato numerosi lavori in diverse antologie. Ha vinto o si è classificato in alcuni concorsi. Tre suoi racconti sono stati traodotti in francese da Pierre-Jean Brouillaud e sono disponibili in rete. Ha ideato e tuttora gestisce il sito di indovinelli online Cinenigmi e scrive sul suo blog Unknown to Millions di fantascienza, musica e film. Probabilmente è il maggior fan italiano di Futurama.

A corredo della recensione vi presentiamo una breve intervista condotta con l’autore, una buona occasione per conoscere meglio il buon Andrea.

IFET – I nostri lettori ti conoscono già come nostro collaboratore e hanno letto la biobibliografia che abbiamo riportato dal volume. Ma tu come ti definiresti in cinquanta parole?

Sono prima di tutto una persona curiosa, e forse da questo derivano le mie passioni e caratteristiche. Sono sempre in cerca di idee che riescano a “stimolarmi”, e nella fantascienza ne trovo una buona dose. Per il resto non ho niente di straordinario, vivo una vita perfettamente normale, pur con gli standard odierni di “normalità”.

IFET – Tre racconti tradotti in lingua francese, la domanda è d’obbligo – progetti lo sbarco oltralpe?

In effetti la traduzione dei miei racconti è capitata quasi all’improvviso, con il tramite delle Edizioni Scudo. Personalmente già da qualche tempo pensavo di provare a tradurre in inglese qualche mio lavoro per proporlo all’estero, ma se dovessi notare buoni riscontri in Francia, allora un tour nei castelli della Loira potrei anche progettarlo…

IFET – Narrativa breve, di medio respiro, lunga. Dove pensi di esprimerti al meglio e perchè?

Ritengo che la fantascienza (che è il mio ambito principale) si esprima al meglio nella forma del racconto medio-breve. La mia produzione infatti si basa principalmente su testi non più lunghi di 30000 caratteri. È un formato che consente di enunciare l’idea di base, quel nucleo narrativo essenziale di ogni racconto “di genere”, e svilupparla nel contesto della storia senza perdersi troppo in divagazioni. I racconti brevissimi poi mi divertono molto, e ne ho quasi una trentina in repertorio, e parlo proprio di storie di meno di una paginetta! Questo non vuol dire però che questo formato sia l’unico sul quale lavoro, ho diversi progetti più lunghi in cantiere.

IFET – Sei per autodefinizione il più grande fan italiano di Futurama. Come lo presenteresti a chi non lo ha mai visto?

Innanzitutto va chiarito che non è una serie per bambini, come in Italia si tendono a considerare tutti i “cartoni animati”. Futurama unisce alla perfezione i tipici temi fantascientifici (robot, alieni, viaggi nel tempo, mutazioni…) con l’umorismo geek e la satira di costume. Inoltre, in Futurama più di qualunque altra serie animata, esiste un filone narrativo e una continuity interna della storia che viene portata avanti, anche se non evidnete in ogni episodio. Questo la rende a suo modo una storia completa, e il fatto che sia stata cancellata e resuscitata due volte significa che i fan lo apprezzano. Penso che ogni appassionato di fantascienza dovrebbe provarla, perché la mole di citezioni e riferimenti alla storia della sf contenuti in ogni episodio è enorme. E in fin dei conti fa anche ridere, che è sempre gradito.

IFET – Domanda scontata ma sempre attuale: quali altri progetti hai in arrivo?

Ho da poco completato il mio primo romanzo (se si escludono alcune “opere giovanili”), che è in fase di revisione. Si intitola “Retcon”, ed è una storia piuttosto complessa che lega esplorazione spaziale, sogni e universi alternativi (e c’è anche un po’ di sentimento, per i più teneri…). Ho intenzione di proporlo a qualche selezione e forse in futuro potrete leggerlo da qualche parte. Quest’anno ho anche inviato un mio lavoro al Premio Urania, una serie di racconti su individui “speciali” concatenati da una cornice, per il quale attendo (senza troppa convinzione) un responso. Sto pensando anche di ampliare in forma di romanzo il mio racconto “Sinfonia per theremin e merli”, che era piaciuto abbastanza e si presta bene a un’espansione. Inoltre nel 2014 credo che realizzerò per conto mio altri due o tre ebook (raccolte di racconti o romanzi brevi) da diffondere online. Insomma, di lavoro ne ho sempre parecchio…

 

Comments are closed.