Roberto Bernocco – The Dreamer

Roberto Bernocco

The Dreamer

Loquendo

pp. 265 – Euro 14.90

Copertina di Tina Alves

Quarta di copertina.

Su una Terra priva di ogni risorsa e di ogni forma di vita, gli uomini sopravvivono sottoterra segregati in un mondo virtuale che gli consente di rifuggire la realtà. Nemmeno questa illusoria soluzione placa le misere vite dell’umanità portando sempre più individui verso l’alienazione e il suicidio. Tra le pieghe del mondo virtuale però esiste ancora una speranza, un’emozione piena di vita e di colori, colma di ciò che sembrava perduto…

Recensione.

Immaginate una versione del nostro mondo ancora più impoverita, stremata, cupa del presente. Una Terra dove i disastri dovuti al cambiamento climatico hanno snaturato quasi tutto quello che conosciamo e dove ormai gran parte dell’umanità si trascina in una mera imitazione della sopravvivenza. Conosciamo scenari come questo, gli ultimi trent’anni ci hanno consegnato pagine durissime sull’argomento al punto da far ridefinite il concetto stesso di distopia. In molti di questi futuri viene negata qualsiasi speranza, al punto da evocare ipotesi nichiliste.

In questo scenario degradato succede qualcosa. Un fenomeno inspiegabile, quasi impossibile da descrivere e che è al di là delle tecnologie disponibili. Un evento che si manifesta in maniera imprevedibile e che è in grado di restituire anche alle persone più abbruttite una gioia che nessuna droga può simulare. In un mondo strutturalmente interconnesso, molto oltre i livelli della Rete che conosciamo, si scatena una caccia senza quartiere per accapararsi questa risorsa – la chiave per dominare l’economia mondiale.  L’Oyabun della famiglia più potente della Yakuza, il CEO della compagnia che controlla i brevetti della rete del futuro, una coppia di agenti americani… la caccia è aperta.

Ma cosa nasconde questo fenomeno miracoloso? Cosa troveranno i protagonisti alla fine di una corsa disperata? Non tutto è come potrebbe sembrare, non quando la stessa realtà sembra poter sfumare nella neve.

Questo romanzo è ben strutturato e altrettanto ben condotto. Il che non lo esenta da alcuni rilievi; in particolare manifesta qualche carenza sull’aspetto più tecnico della narrazione, dove molte cose vengono lasciate sullo sfondo. Il world building avrebbe meritato a sua volta più spazio, anche per poter comprendere meglio una società globale che si intuisce essere stata spinta al limite estremo della sua resistenza. E’ uno di quei casi in cui non avrebe guastato avere qualche pagina in più, qualche paragrafo aggiuntivo inserito a corredo di alcune scene. In compenso il plot si snoda molto bene e compensa qualche concessione agli stereotipi di genere (sui quali comunque par di intuire uno sguardo divertito da parte dell’autore).

Il giudizio complessivo è senz’altro positivo e induce a ben sperare sulle possibilità future dell’autore. Sappiamo che Bernocco si sta dando da fare e leggendo l’intervista capirete meglio di cosa stiamo parlando.

Roberto Bernocco nasce a Bra (CN) e svolge l’attività di informatico da oltre vent’anni. La passione per la scrittura prende corpo dopo un evento traumatico che ha segnato il percorso evolutivo. Nel 2004 viene coinvolto in un incidente ferroviario e per vincere la paura di usare nuovamente il treno per recarsi al lavoro, inizia a scrivere sul cellulare le proprie storie.

Abbiamo approfittato dell’occasione per rivolgere alcune domande all’autore con l’idea di farlo conoscere meglio al nostro pubblico.

IFET – Benvenuto sulle pagine virtuali della nostra blogzine! Usando solo cinquanta parole, come si presenterebbe ai nostri lettori?

Mi potrei definire come uno scrittore atipico, sotto molti punti di vista, cominciando dalla molla che mi ha spinto a iniziare questo cammino: la paura. È a seguito di un incidente ferroviario infatti, che ho iniziato a sviluppare le mie storie, dopo anni passati a idearne per altri.

IFET – A sbirciare la sua biobibliografia si nota come la sua scrittura spazia su diversi generi, può raccontarci come sceglie le sue ambientazioni?

In maniera del tutto fortuita. Mi basta uno stimolo, un incontro casuale o un articolo di giornale a scatenare la mia fantasia. Questo sta alla base della mia poliedricità, anche se rimango sempre ancorato alla narrativa, sia fantastica, che d’azione, che trovo ottima per affrontare liberamente le tematiche più disparate, in maniera aperta e disinibita.

IFET – Nel campo fantascientifico c’è qualche autore, italiano o straniero, a cui si ispira?

Mi hanno sempre affascinato gli autori che affrontavano gli aspetti sociali e umani in contesti più o meno complessi, banalmente la Fantapolitica. Robert Heinlein con Sesta Colonna, Frank Herbert con Dune, George Orwell con 1984, giusto per fare alcuni esempi.

IFET –  Cosa pensa degli sviluppi del mercato dell’editoria digitale?

Credo da un lato non ci sia ancora la maturità editoriale per affrontare in maniera innovativa il mercato, pensando ad un modo nuovo, più multimediale, della fruizione delle opere digitali. Affiancare alla parola scritta immagini, suoni, altri input che arricchiscano l’opera fornendo qualcosa di più dell’attuale formato cartaceo, e giustificandone la maggiore complessità insita negli strumenti attuali. Dall’altro mancano ancora degli standard diffusi e omogenei come è avvenuto per la musica e i video. L’utente non deve sentirsi vincolato a un vendor o a un lettore specifico per usufruire di ciò che desidera leggere, magari potendo scegliere tra diversi strumenti durante la propria giornata.

IFET – Veniamo a “The Dreamer“, com’è nato questo romanzo?

The Dreamer è nato quasi per caso, a seguito di una telefonata che mi chiedeva uno spunto per un soggetto di una tavola da presentare a un concorso di illustrazioni dal titolo ” The Dream”. Nel giro di pochi minuti ho immaginato i tratti salienti di quella che fu in seguito la prima versione della copertina del romanzo.

IFET – Sempre riguardo a “The Dreamer“, pensa di tornare a trattare le stesse tematiche in futuro?

Ho solitamente l’abitudine di cambiare argomento, a meno di una trama più vasta e complessa che non si esaurisce in un solo volume. In questo caso non è così, Ritengo esaurite in questo caso le tematiche affrontate, ma non è detto che in futuro torni, in altra veste, a confrontarmi con l’alienazione dell’uomo, o la sconsideratezza del suo rapporto con la natura.

IFET – Può anticiparci qualcosa sui suoi prossimi progetti?

Sto lavorando a un noir, attuale, ambientato a Torino e sto raccogliendo materiale per uno romanzo dal sapore steampunk, con forti rimandi alla storia italiana risorgimentale. Inoltre nel campo ludico sono impegnato su vari fronti con prodotti legati ad alcuni lavori editoriali fantascientifici.

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