Intervista con Allen Steele

L’intervista di oggi è dedicata al grande Allen Steele, uno dei maggiori scrittori di fantascienza contemporanei. Di Steele, ultimamente sto apprezzando molto il ciclo di Coyote, che sto leggendo in lingua originale.

Ancora una volta posso testimoniare di avere incontrato una persona estremamente gentile ed innamorata del suo lavoro.  Come sempre avrei voluto fare un centinaio di altre domande ad Allen Steele, ma in quel caso non sarebbero bastate trenta pagine a raccoglierle tutte quante. Spero attraverso le domande fatte di essere riuscito a fare comunque un buon lavoro.

Ringrazio di vero cuore Allen Steele, per tutto quanto mentre a voi auguro una buona lettura.
Come sempre, eventuali errori o imprecisioni vanno addebbitate esclusivamente alla mia persona.
(For english version scroll down )

IFET –  Ciao Allen, grazie per aver accettato quest’intervista. Quando hai deciso di cominciare a scrivere e quali sono stati i tuoi inizi?

Allen Steele –  Ho scritto la mia prima storia ai tempi della scuola …

The Lab: le acque di Venere

Il titolare della nostra rubrica scientifica, Marco Lazzara, ci porta questa volta su Venere a scoprire che non è tutto come sembra…

“E tutto cresce, e tutto sorge. – Venere, oh dea!” (Arthur Rimbaud)

Acqua su Venere
Secondo una vecchia credenza un tempo molto radicata, Venere è un pianeta ricco di acque. Ne era convinto Svante Arrhenius (Premio Nobel per la Chimica nel 1903) che riteneva che le nubi nell’atmosfera di Venere fossero vapore acqueo, e ipotizzava perciò che gran parte della sua superficie fosse paludosa. In molti vecchi racconti di fantascienza (mi vengono in mente per esempio “Un Posto Acquitrinoso” di Isaac Asimov, “Pioggia Senza Fine” e “Tutta l’Estate in un Giorno” di Ray Bradbury) è perciò presente questa convinzione.
Niente di più sbagliato. Le sonde inviate nel 1967 hanno stabilito che le nubi sono in realtà di acido solforico e che su Venere l’acqua è praticamente assente. Ma in effetti non è sempre stato così. Si ipotizza …

Io, Robot (film)

Locandina

Nel 2004 esce un film liberamente ispirato all’opera di Isaac Asimov, “Io, Robot” diretto dal regista Alex Proyas. È un film che ha punti di contatto con il lavoro dello scrittore, a partire dalle tre leggi della robotica, ma che non è esplicitamente tratto da nessuno dei nove racconti presenti nel libro, anche se alcuni personaggi sono in comune e alcune situazioni ricordano le controparti narrative.

Nel 2035, la U.S. Robotics sta per immettere nel mercato i nuovi robot NS5, con l’obiettivo di mettere un robot in ogni casa e raggiungere la proporzione di un robot ogni cinque umani. Il detective Del Spooner, da sempre diffidente verso i robot, viene chiamato a investigare sul presunto suicidio del dottor Alfred Lanning, ideatore delle tre leggi e progettista dei robot. Da un messaggio olografico lasciatogli dal dottore intuisce che non si tratti di suicidio, ma di omicidio e inizia a sospettare che sia tutto opera di un robot. …

Isaac Asimov – Io, Robot

Andiamo sul classico che più classico non si può oggi, con “Io, Robot” di Isaac Asimov. Uscita nel 1950, questa raccolta contiene nove racconti, slegati l’uno dall’altro, ma accomunati dall’ambientazione condivisa – e sviluppata pian piano da un racconto all’altro – e dalla tematica principale, la robotica.

Siamo in un mondo in cui  i robot sono progressivamente più evoluti, ideati, progettati e sviluppati dalla mega-corporazione U.S. Robots. Dapprima esteticamente grezzi e con funzionalità limitate, i robot diventano man mano più complessi, dotati di cervelli positronici sempre più avanzati. In questo scenario ricorrono dei personaggi fondamentali: Gregory Powell e Michael Donovan, collaudatori, incaricati di verificare il funzionamento dei nuovi robot e trovarne difetti e pecche; Susan Calvin, robopsicologa, l’unica capace di sondare le menti artificiali dei robot. Tutte le storie prendono spunto dalle famose tre leggi della robotica:

  1. Un robot non può recar danno a un essere umano né può permettere che, a causa del proprio mancato

Visti da lontano – La fine dell’eternità

“Visti da lontano”, questo il titolo di una serie di post che vedranno come guest author dei non appassionati, persone che non leggono SF come genere principale e che possono appunto darci un approccio diverso a temi e storie che conosciamo. Questa volta è il turno di Camilla P., che si cimenta con un classico del genere come La fine dell’eternità di Isaac Asimov. 

Isaac Asimov

La fine dell’eternità

(Orig. The end of Eternity – 1955)

Edizioni Editalia (in collaborazione con edizioni Piemme) – giugno 2000

traduzione di Serena Bellavita

Fino a qualche anno fa, la mia conoscenza della fantascienza si riduceva al concetto navi spaziali + alieni + esplosioni. Non ho mai avuto amici appassionati che potessero correggere questo cliché che avevo in testa e, all’epoca, leggevo libri troppo distanti da questo genere perché mi portassero a incontrare, anche solo per caso, qualcosa che mi facesse cambiare idea.

Poi ho scoperto il mondo di internet.

La blogosfera, i …

Isaac Asimov e Robert Silverberg – Notturno

Un grande classico della SF, recensito per noi da Paolo Ungheri, alias Il Narratore.

Notturno (1990)

Titolo originale: Nightfall

Autori: Isaac AsimovRobert Silverberg

Edizione: I grandi tascabili Bompiani

Traduzione: Gino Scatasta

Premessa

Il romanzo di cui vado a parlarvi è in realtà tratto e ispirato dal racconto omonimo, scritto da Asimov, nel lontano 1941. Del racconto originario è stata mantenuta l’ambientazione, una parte dei personaggi e il concetto di base, così come i nomi e alcuni particolari.

Tutto il resto è materiale nuovo che va ad approfondire quel contesto tanto intrigante creato da Asimov.

Sinossi

Su Kalgash, un pianeta del tutto simile al nostro, non scende mai la notte. Sei soli fanno si che il buio sia qualcosa di sconosciuto, temuto, inimmaginabile.

Ma quando un gruppo di scienziati fa una scoperta allarmante, allora tutto crolla.

Le sicurezze fino ad allora inattaccabili si fanno labili, la discesa verso la follia inizia il suo cammino e l’unica cosa che sembra …