Intervista a Francesco Troccoli

Ciao, Francesco. Ti ringrazio per la disponibilità. Innanzitutto, ricordo che Ferro Sette è il tuo romanzo d’esordio. Come è stato vedere il tuo nome sullo scaffale di una libreria?

Il termine “emozionante” sarebbe banale e riduttivo. Diciamo che quando ho visto il libro per la prima volta sullo scaffale (anzi, per la precisione, impilato accanto alla cassa) della Libreria Amore e Psiche a Roma, ho visto concretizzarsi i frutti di un lavoro assiduo nel quale ho investito moltissimo, al punto da intraprendere una trasformazione radicale della mia vita.

Parliamo un po’ del libro. Come ti è venuta l’idea per scrivere FERRO SETTE?

Volevo esprimere in chiave fantascientifica il mio disgusto per il valore inaccettabilmente alto che nella cultura e nella società viene attribuito al processo produttivo e alle sue implicazioni economiche. In altre parole, mettere al bando l’idea che l’essere umano non sia e non possa essere migliore delle merci che produce, e il fatto che la nostra identità