Big Hero 6

Big Hero 6 (2014)

Diretto da Don Hall e Chris Williams

Soggetto di Robert L. Baird, Dan Gerson e Jordan Roberts

Sinossi.

Nella città di San Fransoyoko il giovane e geniale Hiro Hamada passa il suo tempo sfidando nei combattimenti illegali tra robot i campioni locali con una delle sue creazioni. Suo fratello Tadashi riesce a coinvolgerlo in  un progetto speciale, utile per conquistare un posto nel prestigioso laboratorio di ricerca del professor Callaghan. Anche Tadashi è un inventore e ha creato Baymax, un perfetto assistente medico. Quando Hiro presenterà la sua geniale creazione la sua vita prenderà una via del tutto imprevista, destinata a cambiarlo per sempre.

Recensione.

(Avviso ai naviganti – sono presenti spoiler )

Il nuovo corso Disney si basa su tre colonne. Maggior investimento sulle tecnologie, partnership per trovare storie più adatte alla contemporaneità e sempre maggior attenzione ai mercati al di fuori degli Stati Uniti. Non stupisce quindi la scelta di presentare una città come San Fransoyoko, evidente fusione ideale di San Francisco e Tokio, come scenario per un film d’animazione ad altissimo livello tecnico (ne parliamo più avanti), basato su una trama comprensibile ma non scontata (da un fumetto Marvel) e con un cast di personaggi in grado di rappresentare una buona parte dei mercati-obiettivo (Asia, Europa, Nord America). Non stupisce quindi il buon successo di un’operazione attentamente pianificata come questa, i topos classici ci sono tutti.

Come accennato in sinossi abbiamo il ragazzino-eroe (che per come è disegnato assomiglia non poco al Mowgli del Libro della Giungla), il fratello maggiore protettivo, l’assenza di genitori (deceduti quando l’eroe era piccolissimo) con l’aggiunta del ruolo del genio. Hiro è in grado di superare non solo parte degli adulti, ma di creare una tecnologia a sè stante. Dal legame con il fratello arriva la seconda infornata di classici: la scuola dei geni, gli amici “grandi” del fratello, la figura del professore-maestro depositario di alti valori morali. Il tutto in un contesto pieno zeppo di simboli amiccanti sia alla cultura nerd/geek che alle grandi nazioni asiatiche.

Il successivo sviluppo, con la perdita del fratello-protettore e il passaggio alle responsabilità di un adulto, è un classico disneyano declinato con il consueto, sapiente, mix di momenti comici e la gestione del co-protagonista, il robot Baymax. Quest’ultimo è il lascito ultimo di Tadashi, il suo progetto per portare del “bene” nel mondo, e diventa sotto le mani di Hiro il motore primo della sua voglia di rivalsa, del suo viaggio nel diventare qualcosa di più di un ragazzo. Il percorso ovviamente prevede un confronto, in questo caso con un villain che pare essere responsabile della morte del professore-maestro e del fratello, in poche parole si tratta di costui:

Anche qui si tratta di una serie di elementi familiari. Il nemico mascherato, l’uso a fini malvagi dell’invenzione del ragazzo, l’apparente invincibilità del cattivo, i suoi scopi oscuri. Le citazioni visive sono davvero troppe per rammentarle in un articolo, basti sapere che si riconoscono elementi di thriller e film di fantascienza, oltre che ad auto-citazioni Disney (azzardiamo il termine meta-cinema, tanto per dare fastidio ai critici di professione).

Attorno a Hiro si crea un gruppo, tanto disparato quanto alla fine efficace (suona familiare?) dedito alla sconfitta di questo nemico e formato dagli amici di Tadashi (ovvero, la nuova famiglia del protagonista). Dal confronto si sviluppa un altro arco della trama e ci si muove attraverso una città che definire fantastica nella sua iperdefinizione grafica è poco. E se pare scontato parlare della conclusione positiva del confronto, o del possibile finale aperto – nel senso che si potrebbero rivedere all’opera i personaggi in un altro film – altra cosa è parlare del livello tecnologico, il protagonista neppure troppo nascosto di questa produzione.

Il software utilizzato per simulare la città è quanto di più avanzato si sia visto negli ultimi anni. Per velocità, definizione, gestione della luce, movimenti dei personaggi o dei veicoli negli sfondi, per i particolari… Hanno anche fatto un bel po’ di passi avanti verso un grande gioco per il film, che ha avuto anche valutazioni favorevoli, ma soprattutto i casinò online in tutto il mondo hanno iniziato ad adottare il tema del film della Disney, che è stato un vero e proprio colpo di testa. Potete vedere questi giochi di casinò per voi stessi, ma ricordatevi sempre di prendere un bonus del casinò da SlotlandNoDeposit prima di andare a spendere i vostri soldi duramente guadagnati. la Disney ha investito pesantemente in questa direzione e ne ha ricavato un impatto devastante per i propri concorrenti. Pare davvero difficile fare di meglio al momento, a meno di non inventare qualcosa di radicalmente nuovo – cosa che non accade esattamente tutti i giorni. Se quanto visto in “Big Hero 6” è la premessa, allora facciamo un altro passo avanti: se la Disney farà un film per un pubblico adulto con questo livello di sforzo tecnologico, andranno a realizzare la previsione di George Lucas di una decina d’anni fa – film senza più attori umani.

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